La Corte costituzionale thailandese respinge le accuse contro Thaksin e Pheu Thai per mancanza di prove

FOTO: Prachachat

Nazionale —

Il 22 novembre 2024, la Corte costituzionale thailandese ha respinto all'unanimità una petizione presentata da Teerayut Suwankesorn, che accusava Thaksin Shinawatra e il partito Pheu Thai di usare i loro diritti per indebolire la monarchia costituzionale thailandese.

Le accuse, formulate ai sensi dell'articolo 49 della Costituzione, comprendevano sei denunce che andavano dall'influenza sulle sistemazioni carcerarie alla presunta ingerenza nelle politiche governative.

L'ufficio del Procuratore generale (AGO), che ha esaminato le rivendicazioni prima della petizione, aveva già concluso che non vi erano prove sufficienti di alcun illecito che potesse minare il sistema democratico.

Tra le principali accuse figurano quelle secondo cui Thaksin avrebbe influenzato le politiche a favore della Cambogia nelle controversie marittime e manipolato le decisioni del partito dietro le quinte.

La corte ha stabilito che affinché un'azione possa rientrare nell'articolo 49, è necessario che vi siano prove chiare e sostanziali che dimostrino l'intento e una minaccia imminente al sistema democratico.

Dopo aver esaminato la petizione, la corte ha concluso che le accuse mancavano di prove credibili. Una decisione unanime ha respinto cinque delle sei rivendicazioni, mentre una maggioranza di 7-2 ha respinto la sesta rivendicazione riguardante controversie marittime con la Cambogia.

Questa sentenza conferma l'assenza di basi legali per procedere con il caso contro Thaksin o il partito Pheu Thai, chiudendo completamente la questione.

Sottoscrivi
Kittisak Phalaharn
Kittisak ha una passione per le uscite, non importa quanto sarà dura, viaggerà con uno stile avventuroso. Per quanto riguarda i suoi interessi per il fantasy, i generi polizieschi nei romanzi e nei libri di scienze sportive fanno parte della sua anima. Lavora per Pattaya News come l'ultimo scrittore.