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L'8 luglio 2024, Prasitchai Nunual, segretario generale di Shaping the Future of Thai Cannabis, ha guidato oltre 300 sostenitori della cannabis in una marcia verso il Palazzo del Governo.
Hanno presentato una petizione chiedendo al governo tailandese di istituire un comitato congiunto per studiare scientificamente l'uso della cannabis. Il vicesegretario permanente tailandese dell'ufficio del primo ministro, Mongkolchai Somudorn, ha ricevuto la petizione, esortando i manifestanti a rimanere pacifici. Si prevede che il primo ministro tailandese Srettha Thavisin risponda alla petizione oggi (9 luglio).
Prasitchai ha sostenuto che il governo vuole regolamentare la cannabis secondo le leggi sui narcotici, cosa a cui la rete si oppone. Sostengono leggi specifiche sulla cannabis che coprano tutto, dai semi all’esportazione, compresa la protezione dei consumatori.
La rete ha proposto quattro punti chiave per l'indagine scientifica: l'impatto fisico della cannabis rispetto al tabacco e all'alcol, il suo impatto sociale negli ultimi due anni dalla sua prima legalizzazione, la sua efficacia medicinale e se causa problemi psichiatrici o danneggia il cervello dei bambini.
Se dimostrato dannoso, accettano la regolamentazione dei narcotici, ma in caso contrario insistono su leggi specifiche per la cannabis.
Prasitchai ha accusato il ministro della sanità pubblica Somsak Thepsuthin di aver diffuso false informazioni sui costi psichiatrici legati alla cannabis pari a 17 miliardi di baht negli ultimi due anni e ha sottolineato le discrepanze nei dati ospedalieri a sostegno della sua affermazione. Ha inoltre sottolineato gli sforzi compiuti in passato per rimuovere la cannabis dalla classificazione dei narcotici, ostacolati da interessi governativi contrastanti.
Prasitchai ha criticato il coinvolgimento di quasi 100 uomini d'affari in incontri volti a risolvere i conflitti del governo pubblico, suggerendo presunte motivazioni commerciali dietro la spinta per una regolamentazione più severa sulla cannabis per particolari individui.
“Se il governo non accetta questi principi internazionali, dimostra le sue intenzioni monopolistiche. Se Srettha resta ostinato, continueremo il nostro sit-in finché il governo non accetterà le nostre proposte”, ha concluso Prasitchai.