Chiang Mai -
Cinque giornalisti e attivisti senior del Myanmar sono stati catturati nel distretto di San Sai, nella provincia di Chiang Mai, domenica 9 maggio, per ingresso illegale e rischiano la possibile deportazione dopo essere fuggiti dalla repressione militare in Myanmar.
Secondo i media locali, cinque di loro sono stati scoperti ieri dalla polizia locale in una casa in affitto nel distretto di San Sai, insieme a diverse apparecchiature di trasmissione e produzione. Il gruppo avrebbe confessato di essere entrato illegalmente nel Regno attraverso un percorso naturale nella provincia di Mae Hong Son.
Sarebbero stati espulsi in conformità con la legge, ma a causa dell'epidemia di coronavirus, sarebbero stati tenuti in detenzione per 14 giorni prima di essere consegnati alle autorità di immigrazione, ha affermato la polizia distrettuale di San Sai.
L'emittente televisiva DVB (Voce Democratica della Birmania) ha rilasciato ieri, 10 maggio, una dichiarazione di emergenza secondo cui cinque di loro sono stati arrestati domenica dopo che la testata giornalistica è stata bandita dalla giunta militare. L'agenzia di stampa ha anche fatto appello all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati a Bangkok per chiedere alle autorità thailandesi di rinunciare alla loro espulsione poiché le loro vite potrebbero essere in serio pericolo.
"DVB esorta vivamente le autorità thailandesi a non rimpatriarli in Birmania, poiché la loro vita sarebbe in serio pericolo se dovessero tornare", si legge nella dichiarazione. "Hanno seguito le manifestazioni in Birmania fino all'8 marzo, il giorno in cui l'autorità militare ha revocato la licenza televisiva di DVB e ha vietato a DVB di svolgere qualsiasi tipo di lavoro sui media".
Nonostante la revoca della licenza, l'agenzia ha continuato a denunciare, pubblicando sulla propria pagina Facebook aggiornamenti quotidiani sulle proteste e le repressioni in tutto il Paese.
Nel frattempo, anche il Foreign Correspondents' Club of Thailand (FCCT) esprime seria preoccupazione per l'arresto dei giornalisti e dei loro associati, esortando il governo thailandese a non rimpatriarli e a proteggere coloro che fuggono dalla repressione militare della giunta.
La dichiarazione online diceva: "Questi cinque individui sarebbero stati arrestati e perseguitati, se non peggio, per il loro lavoro e la loro associazione con il DVB, e in nessun caso dovrebbero essere rimpatriati in Myanmar".
"Più di 70 giornalisti sono tra le circa 5,000 persone arrestate dalle forze di sicurezza dopo il colpo di stato militare del 1° febbraio. La stragrande maggioranza rimane in detenzione in un momento in cui ci sono state notizie diffuse di torture ed esecuzioni extragiudiziali".
“Il mondo sta osservando cosa fanno le autorità thailandesi in questo importante caso per la libertà di stampa in Myanmar e nella regione e per la protezione di coloro che fuggono dalla brutale repressione della giunta contro i media indipendenti e la società civile”.
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